Le porte di materiali più pesanti e duraturi iniziarono a comparire in contemporanea con lo sviluppo dell’architettura monumentale. Quelle in pietra di solito attaccate a perni in alto e in basso, erano spesso usate a chiudere l’ingresso delle tombe. Un magnifico esempio di porta di marmo rivestito di pannelli, probabilmente databile all’epoca augustea, fu rinvenuto a Pompei; mentre una porta greca (risalente circa al 200 d.C.) proveniente da una tomba a Langaza, in Turchia, è conservata nel museo di Istanbul. A quanto ne sappiamo, poi, le porte in pietra erano molto utilizzate nell’India antica. I Romani erano maestri nella realizzazione delle porte in bronzo, materiale molto diffuso nell’Impero perché relativamente economico e facile da fondere in forme o nei motivi desiderati. Realizzavano soprattutto doppie porte in bronzo massiccio, di solito supportate da perni inseriti in prese nella soglia e nell’architrave.
Tra gli esempi che è ancora possibile ammirare, le porte di bronzo nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Roma, a due ante, ciascuna con due pannelli incorniciati. Quelle del Pantheon, alte 7,3 metri, sono simili nel design. Altre due porte in bronzo di epoca romana si trovano nella Basilica Lateranense.